OFFICINA MECCANICA PIEROBON CLAUDIO - STORIA-OFFICINA MECCANICA PIEROBON CLAUDIO

STORIA

L’avvio dell’attività

Beniamino Pierobon, di origini venete, negli anni trenta lavora come meccanico in una ditta di Solbiate Arno.

Durante la guerra diviene motorista aeronautico del conte Corrado Agusta e questa conoscenza influenzerà il corso della sua vita. Quando infatti, nel dopoguerra, Corrado Agusta avvia una produzione di motociclette decide di avvalersi della preparazione tecnica di Pierobon.

Beniamino non volendo lavorare come dipendente, dà inizio, nel 1950, all’attività in un piccolo locale presso l’utensileria di suo cognato a Oggiona con Santo Stefano, poco distante dalla sede odierna.

Dopo pochi anni, per la necessità di spazi più ampi costruisce una nuova sede che unisce l’abitazione all’officina.

Dapprima, l’attività, si concentra sulle motociclette da competizione: il rapporto con Agusta si mantiene strettissimo in questi anni e Pierobon vive e partecipa direttamente alla storia della competizione motociclistica della MV Agusta.

Un terreno adiacente all’officina viene addirittura adibito ad eliporto per accogliere gli elicotteri Agusta che, nei loro voli di collaudo, si fermano quotidianamente a caricare e scaricare le varie parti delle moto.
 

Gli anni Sessanta e Settanta

Gli anni sessanta segnano un momento di grave difficoltà dell’attività che risente della più generale crisi del settore della moto causato dal diffondersi dell’automobile come mezzo di trasporto di massa.

Il crollo del settore porta l’Agusta ad abbandonare totalmente la produzione di moto e la competizione motociclistica. Questa decisione coincide con la crisi strutturale dell’impresa di Pierobon che tenta di riconvertire ed allargare la produzione ad altri settori.

Il momento di difficoltà si aggrava poiché coincide con l’inizio della malattia di Beniamino Pierobon, coadiuvato, a partire dal 1966, dal figlio Claudio che fin dall’infanzia ha vissuto a diretto contatto con l’officina.

Nel 1971 l’impresa viene trasformata in società di fatto con l’ingresso di Claudio Pierobon come socio.

Nel 1974, tuttavia, Beniamino abbandona l’attività per problemi di salute lasciando al figlio l’officina, che torna impresa individuale sotto la ditta “Pierobon Claudio”.

Claudio ha frequentato il liceo scientifico e non ha una preparazione tecnica specifica e, senza l’aiuto del padre, deve far vivere l’impresa dandole un indirizzo che possa seguire personalmente. Abbandona pertanto la collaborazione con l’Agusta perché ciò avrebbe significato passare alla meccanica degli elicotteri, un salto di qualità cui non si sentiva preparato.

Grazie all’aiuto di conoscenti e amici del padre, si inserisce nel settore moto, inizialmente per le lavorazioni più semplici.

Si specializza nella componentistica per telai, lavorando principalmente per la Aermacchi (componenti del motofurgone Ercolino) e in seguito per il gruppo Cagiva. Verso la fine degli anni settanta, l’impresa è consolidata nel settore ed è ormai piuttosto importante e conosciuta.

Lo sviluppo economico ha determinato un incremento del reddito e ora la moto torna in auge come veicolo del tempo libero.

Sono anche gli anni in cui si scatena una forte concorrenza da parte delle marche giapponesi, tuttavia il settore italiano riesce ad assorbirla puntando sulla maggiore qualità delle produzioni. L’impresa ha come clienti la Ducati, la Cagiva, l’Aprilia, la Gilera.

Sempre negli anni settanta a Claudio Pierobon viene chiesto di produrre particolari per le biciclette. L’impresa entra così nel settore ciclo che, nel corso degli anni, eguaglia il valore della produzione per il settore moto, sino anche a superarlo.

Nel 1978 Claudio Pierobon sposa Celestina Noacco anch’essa imprenditrice, proprietaria di una impresa che commercializza condizionatori d’ambienti.
 

Dagli anni Ottanta ai primi anni 2000

Con gli anni ottanta è il settore ciclo che vive un’intensa fase di espansione grazie alla produzione di parti per le maggiori case italiane ed estere (Colnago, De Rosa, Pinarello, Specialized) e ad una progettazione spesso innovativa che si impone sui mercati e porta l’impresa ad essere per alcuni anni il numero uno del mercato nazionale ed internazionale. I volumi di produzione sono alti, anche perché Claudio Pierobon sceglie di non uscire direttamente sul mercato con un marchio proprio, in modo da poter rifornire più aziende e personalizzare secondo i desideri e le esigenze dei clienti le parti richieste.

Verso la metà degli anni ottanta Claudio Pierobon decide anche di impegnarsi nell’associazionismo di categoria, ricoprendo nella Confartigianato cariche sempre più importanti.

Dopo quindici anni lascia questi incarichi per la necessità di seguire da vicino la forte crescita della propria impresa.

Nel 1992 l’impresa vive però un nuovo ciclo negativo che blocca la fase espansiva dell’attività. La crisi del Gruppo Cagiva toglie infatti a Pierobon gran parte del mercato della moto e i ritardi nei pagamenti portano l’impresa in una situazione finanziaria difficile, anche per l’assenza di un’adeguata copertura bancaria.

Le difficoltà vengono superate grazie all’espansione sempre maggiore nel settore ciclo che porta l’impresa ad appoggiarsi a fornitori esterni per coprire le accresciute esigenze di produzione. A partire dal 2000 però i volumi di produzione cominciano repentinamente a diminuire a causa della concorrenza dei paesi asiatici di nuova industrializzazione.

Alla radice di questa nuova e più radicale crisi stanno gli effetti imprevisti della delocalizzazione industriale che ha portato le imprese italiana a esportare saperi tecnologici verso paesi una volta arretrati ma ora concorrenti incontenibili.

I paesi emergenti non si limitano più alla produzione di semilavorati o di prodotti intermedi: oggi fanno la loro comparsa prodotti finiti di buon livello al punto da mettere fuori mercato i prodotti italiani.

La concorrenza diventa insostenibile anche per l’abilità dei nuovi produttori di replicare immediatamente le innovazioni tecnologiche, cosa che vanifica i continui sforzi di progettazione e la presentazione di nuovi modelli, spesso copiati nell’arco della stessa stagione. La situazione è sufficientemente complessa perché Pierobon guardi con prudenza all’idea dell’inserimento del figlio Marco nell’impresa.

Da un lato vi vede lo sviluppo naturale di una passione per i motori e di un’intelligenza tecnica che accomuna padre e figlio. Dall’altro, negli ultimi tre anni la perdita di commesse in questo settore ha spinto Claudio Pierobon a ripensare la strategia dell’impresa puntando verso un incremento qualitativo che la traghetti nel settore aereonautico.
 

Dal 2000 ad Oggi

Nel 2006, Marco Pierobon, il figlio di Claudio, e nipote del fondatore Beniamino Pierobon, entra a far parte dell'azienda, portando una ulteriore ventata di novità, grazie inoltre alle sue considerevoli competenze acquisite nel tempo.
Vengono costantemente introdotti nuovi macchinari e nuove tecnologie, che portano l'azienda ad essere una delle più competenti realtà esistenti della meccanica di alta precisione.
Dal 2012 l'azienda inizia a produrre componenti per il settore aeronautico, collaborando con diverse realtà del comparto, divenendo fornitore di componenti per velivoli sia ad ala fissa che ad ala rotante.